Solitudine per scelta o subita e isolamento
La solitudine può manifestarsi in diversi modi. Da un lato c’è la solitudine desiderata, un momento in cui ci si ritira volontariamente per ricaricare le batterie, ritrovare se stessi e godersi la calma e la serenità. Questa solitudine, solitamente limitata nel tempo, può essere benefica e persino stimolante. Questo bisogno di ritirarsi è più forte in alcune persone che in altre. Dall’altro lato c’è la solitudine subita, quella in cui si è soli senza volerlo. Questo tipo di solitudine è spesso avvertito come un sentimento spiacevole e opprimente, in cui le relazioni sociali dell’individuo non corrispondono ai suoi desideri personali e sono percepite come insufficienti. Questa solitudine subita può portare a un isolamento sociale ed emotivo, con conseguenze negative sulla salute mentale e fisica. Il senso di solitudine può derivare dalla qualità delle relazioni (ad esempio l’assenza di relazioni di fiducia), dalla loro quantità (ad esempio la mancanza di una rete sociale) o dal senso di non appartenenza a una comunità o alla società. In ogni caso, provare solitudine non è né motivo di vergogna né una fatalità.
Cause della solitudine
La solitudine può colpire chiunque in qualsiasi momento della vita. Un recente studio ha rivelato che il 24% della popolazione mondiale vive in condizioni di isolamento sociale. Alcune fasce di popolazione, in base all’età o al contesto socioeconomico, sono particolarmente vulnerabili per questo fenomeno: è il caso delle persone anziane e degli adolescenti. Anche il genere e la nazionalità giocano un ruolo importante: le donne e le persone di origine straniera ne soffrono maggiormente a causa delle barriere sociali, culturali o linguistiche.
Tra le persone anziane la solitudine è spesso dovuta alla perdita di persone care, a problemi di mobilità, alla mancanza di strutture urbane adeguate o a difficoltà economiche. Per gli adolescenti, la solitudine è legata ai cambiamenti identitari di questo periodo, ai cambiamenti nelle relazioni sociali e all’impatto degli schermi e dei social media sulle interazioni. Per maggiori informazioni si veda la rubrica “Schermi e salute mentale”.
In definitiva, ogni esperienza di solitudine è unica, radicata nelle peculiarità dell’individuo che la vive ma anche nel suo ambiente. Non c’è nulla di cui vergognarsi nel provare un senso di solitudine o isolamento.
L'impatto della solitudine
Quando la solitudine è presente in modo duraturo, può portare all’isolamento sociale. Senza la possibilità di avere scambi e interagire con gli altri è più difficile prendere le distanze dai propri pensieri e dalle proprie emozioni, cosa che a volte può accentuare i pensieri negativi. Si può quindi provare una perdita di autostima o un senso di svalutazione (es. “Se nessuno mi chiede nulla è perché non valgo nulla”) o un senso di ingiustizia nei confronti del mondo (“La vita è contro di me”).
Oltre all’impatto psicologico, la solitudine prolungata ha conseguenze concrete sulla salute. La solitudine può essere dannosa quanto alcuni comportamenti a rischio, come il fumo o il consumo eccessivo di alcol. In particolare è associata a:
- un aumento del 29% del rischio di malattie cardiache;
- un aumento del 32% del rischio di ictus;
- un rischio di demenza fino al 50% più elevato;
- un rischio maggiore di soffrire di ansia e depressione.
Le relazioni sociali svolgono un ruolo protettivo per l’equilibrio mentale e fisico e la loro assenza può indebolire la salute e ridurre l’aspettativa di vita. È essenziale prendere sul serio il senso di solitudine ed esplorare delle soluzioni che ristabiliscano delle relazioni e un sostegno.
Qualche spunto per ridurre la solitudine
La solitudine può essere difficile da affrontare, che sia temporanea o persistente. Non è un segno di debolezza e in nessun caso mette in discussione il valore della persona che ne soffre. In realtà molte persone ne sono confrontati in un dato momento della loro vita. Esistono strategie per riconnettersi con gli altri, ogni passo è importante per costruire o ricostruire delle relazioni e sentirsi meglio.
- Comprendere e accettare le proprie emozioni senza sentirsi in colpa: provare, per esempio, a prendere nota dei propri sentimenti per meglio comprenderli e identificare le situazioni in cui ci si sente più soli per poterli anticipare.
- Concentrarsi su se stessi e coltivare il proprio benessere: prendersi cura di sé fisicamente e mentalmente, stabilendo una routine benefica e esercitando le proprie passioni e competenze.
- Aprirsi alle piccole interazioni quotidiane: prendersi il tempo per scambiare due chiacchiere con negozianti, vicini, colleghi e rendersi disponibili alle opportunità che si presentano (accettare un invito, offrire un caffè a qualcuno, ecc.).
- Rafforzare le relazioni esistenti: prendere l’iniziativa di inviare un messaggio o chiamare una persona cara, organizzare regolarmente momenti di condivisione (passeggiate, uscite, ecc.), esprimere i propri bisogni e osare chiedere sostegno ai propri cari, riprendere gradualmente i contatti con vecchie conoscenze.
- Gradualmente circondarsi e incontrare nuove persone: per esempio iscrivendosi a un club o a un’associazione, partecipando ad attività di gruppo, prendendo parte a eventi locali.
- Dedicare tempo agli altri: fare volontariato per incontrare persone che condividono gli stessi valori, aiutare un vicino o offrire un servizio (fare la spesa, prendersi cura di un animale, ecc.), partecipare a progetti collaborativi nella propria zona.
- Chiedere aiuto se necessario: parlare dei propri sentimenti con una persona di fiducia, consultare un professionista se la solitudine diventa opprimente, entrare a far parte di un gruppo di discussione o di una comunità di sostegno.
La solitudine non è una condizione senza via d’uscita; col tempo è sempre possibile ricostruire relazioni sociali, con piccoli gesti quotidiani e, se necessario, con un po’ di sostegno. È un percorso che può sembrare difficile, nel quale, tuttavia, ogni sforzo ha valore. Chiunque dovrebbe poter essere ascoltato, compreso e sostenuto. La solitudine è una fase, non un punto di arrivo; è sempre possibile costruire relazioni sincere, a volte anche dove meno ce lo si aspetta.