Trovare un equilibrio | SantéPsy.ch

Prendersi cura di una persona cara è un impegno arricchente e allo stesso tempo complesso e gravoso. Riconoscere le proprie possibilità e i propri limiti, trovare un equilibrio tra il tempo dedicato all’altro e a se stessi, essere consapevoli di avere dei propri bisogni e desideri, accettare aiuto, sono solo alcuni degli aspetti importanti per coltivare il proprio benessere e la salute mentale.

Caregiver burden

Sebbene ognuno sia spinto da motivazioni differenti – il legame affettivo, il senso di dovere, la generosità o la paura di perdere la persona cara –, occuparsi di un familiare rappresenta senza dubbio un’opportunità arricchente sotto vari aspetti. Allo stesso tempo è importante riconoscere che l’assunzione di questo ruolo è un impegno importante, che può anche comportare dei rischi, dovuti in particolare al costante senso di responsabilità, all’imprevedibilità delle situazioni di emergenza, all’elevato ventaglio di compiti assunti, all’intensità dell’assistenza prestata e all’eventuale accesso insufficiente alle offerte di sgravio. Questi elementi possono portare a situazioni di sovraccarico fisico ed emotivo, oltre che a ripercussioni sul piano sociale e finanziario. Il “caregiver burden” – così è denominata la condizione peculiare che può colpire il familiare curante – può manifestarsi in modi differenti: isolamento sociale, ansia, disturbi del sonno, senso di colpa.

Prendersi cura di sé per prendersi cura degli altri

È importante prendersi cura di sé, per prevenire il “caregiver burden” e potersi dedicare alla persona cara in maniera attiva, benevola e serena. Se si sta bene infatti si è più predisposti a prendersi cura di un’altra persona e ne beneficeranno tutti. Ecco alcuni spunti e suggerimenti per prendersi cura di sé:

  • Ritagliarsi del tempo per sé, per dedicarsi ai propri bisogni, ad attività piacevoli, incontrare amici o anche solo per «staccare» per un po’. Per garantire del tempo per sé, a volte è necessario pianificarlo in agenda e organizzare l’assistenza del proprio caro durante l’assenza (per contatti si veda «Risorse, contatti e link utili»).
  • Riconoscere i propri bisogni e i propri limiti – diversi per ognuno – affinché si possa acquisire una maggiore consapevolezza della propria situazione e individuare le risorse necessarie e disponibili. Prendere coscienza dei propri punti di forza e delle proprie vulnerabilità permette di fare delle scelte mirate, dedicarsi all’altra persona in maniera realistica e attivare un sostegno se necessario.
  • Attivare la propria rete sociale, per ricevere aiuto e supporto quando necessario. Sapere di poter contare su familiari, amici e persone vicine quando si è confrontati con una difficoltà, un momento di crisi o una situazione complessa è essenziale. Oltre alla propria rete sociale, esistono numerosi enti e associazioni, professionisti e servizi, ai quali è sempre possibile rivolgersi per chiedere un supporto (per contatti si veda «Risorse, contatti e link utili»).
  • Prediligere uno stile di vita favorevole alla salute, curando un’alimentazione equilibrata e variata, muovendosi moderatamente tutti i giorni, rispettando un buon ritmo sonno-veglia, coltivando i contatti sociali e i propri interessi.

Il senso di colpa…

A volte ciò che più ostacola la facoltà di prendersi cura di sé è il senso di colpa, un elemento comune a molti familiari curanti. Il senso di colpa diventa problematico soprattutto quando il desiderio, non sempre consapevole, di rispondere ai bisogni altrui impedisce di tenere conto dei propri desideri e bisogni, perché «l’altro soffre di più e aiutarlo dev’essere la priorità». Eppure, accanto allo sforzo del familiare curante di assistere al meglio il proprio caro, dedicandogli il proprio tempo e le proprie energie, è essenziale pensare anche a sé e trovare un equilibrio fra l’aiutare e il recuperare le forze. Senza del tempo per sé, si corre il rischio di ritrovarsi in una modalità in cui i bisogni personali, come riposare, dormire, condividere momenti tra amici, dedicarsi alle proprie passioni, non sono più considerati. E allora può accadere che il corpo esprima a modo suo la fatica e il malessere, ad esempio con stanchezza, irritabilità, cattivo umore, sonno disturbato, mal di schiena, bruciori di stomaco.

Testimonianze e interviste