PMA / Adozione | SantéPsy.ch

Purtroppo, il desiderio di avere un figlio non sempre si avvera, o si avvera in modi diversi da quelli che si immaginavano inizialmente. I problemi di fertilità sono una realtà per molte persone, tanto che in Svizzera il 10-15% delle coppie ne è confrontata.

Che si scelga di ricorrere alla procreazione medicalmente assistita (PMA) o all’adozione, il percorso da fare può avere delle ripercussioni sulla salute mentale e sul benessere della coppia. In questo percorso è importante poter parlare e avere il sostegno di professionisti.

Procreazione medicalmente assistita

Quando il figlio tanto desiderato non arriva, alcune coppie decidono di ricorrere alla possibilità della procreazione medicalmente assistita (PMA). Ciò richiede un importante impegno emotivo e fisico, in particolare per le donne. Quando si decide di intraprendere questo percorso, è importante prepararsi ai seguenti aspetti:

  • il concepimento diventa una questione medica, affidata ai professionisti. Significa che è necessario rispettare rigorosamente una procedura molto tecnica e accettare che il concepimento del proprio figlio non avverrà nell’intimità del rapporto di coppia.
  • si è esposti ad un alternarsi di emozioni, poiché col passare degli appuntamenti si susseguono paure, speranze e delusioni, che dovranno essere gestite.
  • bisogna riuscire a conciliare i numerosi appuntamenti medici con il lavoro, soprattutto se il datore di lavoro non è a conoscenza della situazione. Parlare di un progetto simile con il datore di lavoro è una decisione molto personale, che ognuno valuterà in maniera individuale. Se ritenete possibile parlarne, può essere opportuno discutere dei vincoli a cui si è soggetti da un punto di vista organizzativo, per potersi avvicinare alla PMA nel modo più sereno possibile.

Se la gravidanza dopo una PMA non arriva, occorrerà elaborare la delusione per riprendersi e, eventualmente, ricominciare. Ogni persona vive e reagisce questo turbamento emotivo a modo suo, individualmente e in coppia. Anche in questo caso, è molto importante parlare di ciò che si prova con il proprio partner, in modo da potersi capire e sostenere a vicenda. Prima, durante e dopo il percorso, si raccomanda di:

  • ricorrere ad un supporto psicologico professionale (raccomandato dalla legge);
  • partecipare ad un gruppo di sostegno per condividere il proprio vissuto con altre persone che hanno avuto esperienze simili. Molti centri di PMA propongono sostegno psicologico e gruppi di condivisione;
  • fermarsi e cercare di ridurre lo stress che questa situazione comporta, magari attraverso tecniche di rilassamento come la meditazione, lo yoga, la sofrologia.

Adozione

Quando una coppia, o una singola persona, decide di orientarsi verso l’adozione, è necessario elaborare l’idea di non avere un figlio biologico. È opportuno porsi alcune domande:

  • si riesce ad immaginare di accogliere e occuparsi di un bambino che non condivide i propri geni?
  • cosa succederà se il proprio figlio un giorno avrà la curiosità o sentirà il bisogno di conoscere i suoi genitori biologici?
  • si è pronti ad accettare che il proprio figlio avrà un vissuto precedente all’adozione in cui non si è stati presenti, che l’inizio della sua vita potrebbe essere stato difficile, forse anche traumatico, e che probabilmente non se ne conosceranno i dettagli?

Queste domande richiedono una profonda riflessione individuale e di coppia, in modo da poter trovare le proprie risposte.

L’adozione di un bambino non è cosa da poco. In prima linea si tratta di una misura per rispondere nel miglior modo possibile ai bisogni di un bambino vulnerabile, che ha vissuto episodi di vita traumatici. È quindi fondamentale essere preparati a questo compito, che si comprendano pienamente le questioni in gioco e che si sia attrezzati al meglio. L’Autorità centrale del proprio Cantone o l’ufficio di collocamento per adozioni possono fornire una consulenza.

  • I corsi di preparazione alla genitorialità adottiva, obbligatori in alcuni Cantoni, sono molto utili e altamente consigliati.
  • Ottenere quante più informazioni possibili sul paese d’origine del bambino che si intende adottare, scoprendone lingua e cultura, può aiutare a vivere meglio il periodo d’attesa.
  • Esistono molte risorse (libri, articoli, testimonianze, film, siti internet, ecc.) sull’argomento.

Se si reputa di essere pronti, si apre la procedura di adozione con le sue diverse tappe: la valutazione della capacità di adottare da parte delle Autorità, la scelta del paese di adozione, la definizione del profilo del bambino, l’attesa, che può richiedere anche diversi anni fino ad una prima proposta di adozione, e poi la grande partenza per incontrare il bambino.
Durante questo percorso, si è incoraggiati a riflettere a fondo su se stessi, sul proprio percorso, sulle proprie risorse, sui propri limiti e sulle proprie rappresentazioni. Si è anche invitati a considerare una vita senza figli, poiché ci sono più candidati per l’adozione di quanti siano i bambini da adottare. Questa di per sé è una buona notizia, ed esserne consapevoli può aiutare a fare questo passo.

Questa strada, per quanto arricchente da un certo punto di vista, può essere faticosa e creare, in alcuni momenti, un senso di impotenza, di scoraggiamento e persino di incomprensione. È utile essere accompagnati da più figure:

  • un professionista che abbia una buona conoscenza del tema dell’adozione, soprattutto per comprendere meglio la necessità di una tale elaborazione;
  • persone che hanno fatto questa esperienza, all’interno di un gruppo di sostegno oppure privatamente;
  • consulenti di associazioni che forniscono sostegno e accompagnamento per l’adozione.

Il sostegno di professionisti e/o associazioni può rimanere importante e prezioso anche dopo l’accoglienza del bambino.

A prescindere dalla durata del percorso verso la genitorialità e dal suo esito, è importante fare attenzione a non orientare tutta la vita esclusivamente intorno a questo progetto e che non diventi un’ossessione. Anche se non è semplice, è molto importante non mettere la propria vita in pausa, ma proseguire con le solite attività, dedicarsi a ciò che fa stare bene individualmente e in coppia. Questo aiuterà a mantenere una buona salute mentale durante tutta la procedura e a rimanere motivati nel tempo.

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